In giugno milioni di elettori in 25 diversi paesi europei sono chiamati a eleggere il Parlamento Europeo. Saremo di fronte a una scelta di candidati apparentemente vasta – conservatori, liberali, social democratici, centro destra, centro sinistra, nazionalisti, razzisti, fascisti, ex-comunisti, trotzkisti e altri sinistroidi che asseriscono di essere socialisti – ma di fatto tutti loro puntano a mantenere, in una forma o in un’altra, il sistema capitalista della padronanza statale o privata e della produzione per profitto.
Le differenze tra loro sono quelli attinenti al modo in cui si amministra questo sistema. Alcuni vogliono più intervento statale, alcuni ne vogliono di meno; ma nessuno vuole andare oltre il sistema salario-prezzi-profitti. Tutti vogliono mantenere la produzione per il mercato, acquisto e vendita, denaro e lavoro per i salari. Nessuno di loro – perfino quelli che si definiscono “socialisti”- stanno per il socialismo nel suo originale significato di una società basata sulla proprietà comune e sul controllo democratico, con produzione per uso senza profitto e con una distribuzione senza denaro in concordanza con il principio “da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”.
Cosa c’è di sbagliato nel capitalismo
Ma, potresti chiedere, cosa c’è di sbagliato nel capitalismo? Quello che è sbagliato nel capitalismo è che è basato sul privilegio di classe e sullo sfruttamento. I mezzi per produrre la ricchezza – i mezzi con i quali la società sopravvive – sono monopolizzati da una piccolissima minoranza della popolazione, o in modo personale o indirettamente attraverso lo stato, col risultato che tutti gli altri devono vendere le proprie capacità lavorative a quella minoranza per una retribuzione, per un salario che non può mai essere equo rispetto al valore di quello che produciamo – in altre circostanze non ci sarebbe alcun profitto. Ed è il profitto che procura a quella minoranza il suo reddito privilegiato e che è lo scopo incurante della produzione sotto il capitalismo.
Quello che è sbagliato nel capitalismo è che la sua lotta di competizione per i profitti porta ad aumentare i ritmi di produzione, stress e insicurezza al lavoro, a danneggiare l’ambiente, a guerre e spreco per preparativi di guerra che le spese per armi rappresentano.
Il capitalismo può operare solo nel modo in cui opera – come un sistema di produzione di profitto mettendo i profitti prima di qualsiasi altra cosa – e non può essere riformato per agire in qualsiasi altra maniera. Questo è il motivo per cui quando cambiano i governi non cambia niente. I governi, qualunque siano i loro colori politici, non possono modificare le leggi economiche del capitalismo. Proprio l’opposto di fatto. Loro devono applicare queste leggi, così come abbiamo visto tante volte, quando i nuovi governi che hanno promesso di riformare il capitalismo per farlo operare nell’interesse di tutti finiscono col ridurre i salari, i benefici e i servizi pubblici allo scopo di proteggere i profitti. Senza dubbio in qualche caso i membri di questi governi – come alcuni dei candidati alle elezioni – erano assolutamente sinceri. Ma questo non è il punto. Non è in discussione cosa vogliono fare, ma cosa possono fare – o piuttosto non possono fare – all’interno della struttura del sistema del profitto.
Il capitalismo semplicemente non può essere riformato a operare nell’interesse della classe di maggioranza della retribuzione e del salario dei lavoratori. Ecco perché noi del Movimento Socialista Mondiale diciamo che i lavoratori dovrebbero organizzarsi per porre fine ad esso, non di provare a riformarlo.
Il socialismo non è mai stato provato
Ma il socialismo è mai stato provato ed è mai fallito? Certamente no. Quello che è stato provato e che è fallito in Russia e nell’Europa dell’est non era socialismo, ma capitalismo di stato sotto dittatura di un singolo partito politico. Quello che è successo in questi paesi dimostra, non che il socialismo non può funzionare, ma che neanche la peggiore e più spietata dittatura può far funzionare il capitalismo nell’interesse della maggioranza – poiché il sistema economico in Russia era sempre basato sui principi capitalisti: i beni e i servizi venivano prodotti per la vendita e la gente doveva vendere le proprie capacità lavorative per una retribuzione allo scopo di ricevere denaro per comprare le cose necessarie per vivere. E’ vero che c’era essenzialmente solamente un grande datore di lavoro, lo Stato, ma, così come i datori di lavoro privati dell’occidente, l’intenzione era di fare un profitto, con il quale il gruppo padronale privilegiato che controllava lo stato manteneva se stesso.
Il vero socialismo, ripetiamo, è assolutamente del tutto differente. E’ un mondo senza frontiere, senza stati armati, senza privilegi di classi, dove le risorse della Terra sono un patrimonio comune di tutte le persone del mondo e sono usate per il reciproco beneficio di tutti. Questa è l’unica struttura con la quale i problemi che affliggono l’umanità in generale e quelli che lavorano per salari in particolare – stress al lavoro, pubblici servizi inadeguati, guerra e minaccia di guerra, distruzioni ecologiche, fame nel mondo, e tutto il resto – possono essere risolti. Ecco perché operare a favore di questo scopo è in definitiva l’unica attività politica costruttiva e proficua.
Come votare?
Con questo non è nostra intenzione dirti come votare. Se non vedi alternative al capitalismo, senza dubbio voterai per uno qualsiasi dei politici capitalisti candidati. Se vuoi il socialismo, quando non ci sono candidati socialisti in queste elezioni – con la speranza che ce ne sarà qualcuno nelle future occasioni – puoi manifestarlo scrivendo “SOCIALISMO MONDIALE” sulla tua scheda elettorale. Ma, più importante, vogliamo sollecitarti a restare in contatto con noi all’indirizzo di posta elettronica spgb@worldsocialism.org o a quello postale, 52 Clapham High Street, London, SW4 7UN, Inghilterra, con lo scopo di informarti maggiormente sull’alternativa al capitalismo.